Dorion
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La notte silenziosa nel villaggio del rumore

La notte silenziosa nel villaggio del rumore

C’era una volta un piccolo paese con tante casette graziose in cui abitavano un sacco di bambini.

Villaggio di montagna
Ogni bambino del paese aveva una scatolina da cui usciva la musica; bastava dire il nome di una canzone perché questa cominciasse a suonarne il motivo.

I bambini ascoltavano tutto il giorno canzoni e ormai da tempo non volevano fare altro: la polvere aveva ricoperto i libri sugli scaffali e i giocattoli nelle grandi ceste.

La musica di tutte le scatoline riempiva l’aria del paese, ma poiché ogni bambino ne ascoltava una diversa, il risultato era più simile a un brusio confuso che a un’armonia di voci. E quel rumore non spariva mai del tutto, neanche nel momento del sonnellino pomeridiano e durante la notte.

Un giorno, a causa di un guasto alla rete elettrica, tutte le luci, gli elettrodomestici e le scatoline dei bambini si spensero. Dopo alcuni secondi di incredulità, ciascuno dei bambini cominciò a ripetere il nome della canzone che stava ascoltando, poi a gridarlo e ogni volta a voce sempre più alta. Alla fine, le urla dei bambini sostituirono il fastidioso rumore che di solito era fatto dalle loro canzoni.

Candela tra le mani
Quando i genitori capirono cosa stava succedendo andarono subito dai loro bambini per cercare di consolarli. Dissero loro molte parole dolci, raccontarono storie, ma i bambini non erano in grado di ascoltarle, troppo presi dalla loro rabbia contro la scatolina che aveva smesso di accontentarli.

A uno dei genitori venne improvvisamente un’idea e cominciò a canticchiare la canzone che il suo bambino stava chiedendo alla scatolina: l’idea funzionò!

Dalle case vicine, altri genitori sentirono quella voce e provarono a fare la stessa cosa. Talvolta fu necessario chiedere ai bambini di canticchiare i motivetti o di scegliere una canzone più facile, ma alla fine tutti i papà e tutte le mamme riuscirono a calmare i loro bambini.

Sul paesino scese la sera e tutte le famiglie si ritrovarono intorno alla tavola per cenare insieme. I bambini erano ancora molto agitati e così i genitori continuarono a cantare loro le canzoni a turno, mentre finivano di mangiare.

Notte silenziosa
E venne il momento di andare a dormire e anche adesso le mamme e i papà rimasero con i loro bambini. Cantavano canzoni sempre più dolci, per aiutare il sonno dei piccoli che ormai non chiedevano più. Si limitavano ad ascoltare, gli sguardi pieni di stupore, ma anche sereni. Alle canzoni dolci si sostituirono infine le ninna nanne che cominciarono a diffondersi nel paesino come una nebbia delicata che avvolgeva tutte le casette. Nessuno se ne accorse, ma tutto finì con una ninna nanna cantata all’unisono. Un suono dolce come quello non era mai stato ascoltato prima d’ora nel piccolo paese.

Poi ci fu un silenzio profondo, qualcosa che nessuno degli abitanti conosceva o poteva ricordare.

In quella notte magica cominciarono a cantare le cicale, timidamente, insieme a qualche civetta solitaria. La Luna gettava un chiarore sulle foglie del bosco che frusciavano mosse da una brezza fresca e leggera.

Sole del mattino
Il sole fece capolino tra le montagne lontane e i suoi raggi si fecero pian piano strada tra le fessure delle finestre ancora socchiuse. Poco a poco, tutti i bambini aprirono gli occhi e iniziarono a guardarsi intorno. Avevano uno sguardo completamente nuovo: la loro stanza era inondata di una luce magica, capace di colorare tutti gli oggetti su cui si posava. Spalancate le finestre, i bambini passarono in rassegna ogni angolo delle loro stanze, soffiando via la polvere dai giocattoli e riscoprendone alcuni che avevano quasi dimenticato di avere. Nessuno tuttavia notò le scatoline, perché queste erano di un colore spento che non risaltava nella luce sole. Tutto avvenne quasi in assoluto silenzio.

Arrivò l’ora del pranzo e i genitori, molto sorpresi da quel silenzio, andarono a bussare dolcemente alle camerette dei loro bambini per chiamarli a tavola. Il pranzo fu diverso dal solito, con i bambini che continuavano a guardarsi intorno, questa volta chiedendo ai genitori cosa fosse questo o a cosa servisse quello e raccontando loro cosa avevano ritrovato nella propria cameretta.

Da allora, in quel paesino non si udì più il rumore delle scatoline, ma solo il canto dei bambini, dei loro genitori e ogni notte… il suono del silenzio.